Intervista al comandante del 9º reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”

Col. Y. Grossi - Comandante del 9° Reggimento d'Assalto Par. "Col Moschin"
Col. Y. Grossi – Comandante del 9° Reggimento d’Assalto Par. “Col Moschin”

Introduzione

Il 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” è un reparto Incursori (Tier 1) dell’Esercito Italiano, il primo a essere validato come Forze speciali.

Il Reggimento “Col Moschin” è inquadrato nel Comando delle forze speciali dell’Esercito e tiene in custodia la bandiera del IX Reparto d’Assalto, del quale ha ereditato l’anno di costituzione (1918), il nome del luogo di un’epica azione e le mostrine (fiamme nere degli Arditi), riadottate nel 2006. Dal 1995, nel quadro di ristrutturazione dell’Esercito Italiano, è stato elevato a rango di Reggimento.

La base del “Nono” è a Livorno presso la caserma “Vannucci”. Esiste anche un centro di addestramento, denominato Base addestramento incursori (BAI) a Pisa, situato nel parco regionale di San Rossore (ex tenuta presidenziale) vicino alla foce del fiume Arno, che viene utilizzato per le esigenze addestrative del Reggimento.

Per quanto riguarda invece l’attività operativa, il reparto dipende gerarchicamente dal COFS, il Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali.

Nel prosieguo, grazie alla disponibilità del Col. Grossi, Comandante del “Nono”, avremo la possibilità di conoscere più da vicino gli Incursori dell’Esercito italiano.

Comandante, delineiamo in sintesi la storia del Reggimento dagli Arditi ai giorni nostri.

Il 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” trae le sue origini da una idea di un Ufficiale del Regio Esercito che nel 1917 propose la costituzione dei Reparti Arditi con lo scopo di riprendere lo slancio del primo conflitto mondiale ormai impantanato nelle trincee. Il concetto nasceva con l’intento di affrontare in maniera non convenzionale, per l’epoca, il campo di battaglia, utilizzando piccoli nuclei di personale volontario e spregiudicato nel condurre assalti alle trincee nemiche a premessa degli assalti “convenzionali”. Addestrati in maniera peculiare, dotati di equipaggiamenti ed armi speciali, il loro simbolo erano le fiamme nere. La gloria degli Arditi e del 9° Reggimento è legata imprescindibilmente alle gesta per la ripresa del Col Moschin, Col Fenilon e Col Fagheron del giugno 1918 e al loro Comandante Maggiore Messe. I Reparti Arditi della I Guerra Mondiale furono disciolti al termine del conflitto, ma immediatamente ricostituiti durante la II Guerra Mondiale sulle ceneri dei primi Reparti Arditi. Le vicissitudini dei Reparti Arditi della II Guerra Mondiale gli hanno visti protagonisti di varie azioni speciali non solo sul suolo italiano ma anche in terra d’Africa. Gli eventi del settembre 1943 non risparmiarono neanche i reparti Arditi, chi continuò a combattere a fianco della Germania nazista e chi invece decise di difendere il suolo italiano dall’occupazione germanica. In particolare, il IX Reparto d’Assalto, già I Battaglione Arditi, rinominato per volere del Gen. Messe, agli ordini del Ten. Col. Boschetti partecipò attivamente, inquadrato nel Gruppo Combattimento Legnano, e ottenne una MOVM, 18 MAVM, 1 Silver Star americana, 7 decorazioni polacche, oltre a 48 croci di guerra e ripetuti encomi solenni. Anche a termine del secondo conflitto mondiale i Reparti Arditi/d’Assalto furono disciolti, ma non passo molto tempo che nel 1952, a Viterbo si costituì il Plotone Speciale, dove alcuni veterani dei Reparti d’Assalto si ritrovarono. Da allora, il 9° Reggimento è cresciuto da Plotone Speciale a Compagnia Sabotatori Paracadutisti, nel 1961 diviene Battaglione e nel 1975 assume la denominazione di  9° Battaglione d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, legando le tradizioni degli Arditi della I e II Guerra Mondiale alle unità Speciali della storia repubblicana. L’ultima evoluzione risale al 1995 con la costituzione del 9° Reggimento d’Assalto paracadutisti “Col Moschin”, in linea con la riorganizzazione di Forza Armata. In sintesi, 102 anni di storia che segna l’evoluzione delle Forze Speciali italiane.

Quali sono le componenti principali e fondamentali del Reggimento?

Il Reggimento si articola su tre pedine di livello battaglione:

  • Un Battaglione Incursori, core business del Reggimento, la pedina operativa;
  • un Battaglione dedicato alla formazione, il Reparto Addestramento Incursori (RAI), già conosciuto come RAFOS ma recente rinominato a seguito della costituzione del Ce.Add.OS;
  • il Battaglione di Supporto Operativo, costituito nel 2019 e che racchiude le unità di supporto alle attività formative/addestrative ma anche operative degli Incursori.

Infine, il Comando di Reggimento, personale di staff essenziale al fine di garantire alle unità operative/formative il raggiungimento degli obiettivi assegnati.

Liberazione ostaggi su convoglio ferroviario

Il “Nono” ha la capacità di assolvere l’intero spettro delle Operazioni Speciali e altri compiti peculiari del Tier 1 della Difesa. Può descrivere più dettagliatamente in cosa si traduce.

In linea con la normativa NATO e nazionale gli Incursori sono in grado di assolvere i “classici” compiti delle Forze Speciali, ovvero Azioni Dirette, Ricognizioni Speciali e Assistenza Militare. In qualità di Incursori e quindi unità di tipo Tier 1, il 9° Reggimento esprime la capacità di assolvere ulteriori due compiti: operazioni di liberazione ostaggio (Hostage Release Operations – HRO) e su le Strategic Reconnaissance (STR). Di fatto gli operatori del 9° Reggimento Incursori sono in grado di condurre tutte le operazioni di liberazione ostaggi in territorio estero e in supporto alle autorità nazionali, qualora richiesto. Con la legge 198 del 2015, gli Incursori possono essere chiamati a supportare le attività di intelligence strategica nazionale.

Comandante, a questo punto vorrei affrontare l’argomento della selezione e formazione del personale. Come si arriva alla qualifica di Incursore?

L’iter per ottenere il brevetto da Incursore dell’Esercito inizia con il conseguimento del brevetto di paracadutista militare e successivamente il superamento del corso Operatore Basico per Operazioni Speciali (OBOS) presso il Centro Addestramento per Operazioni Speciali (Ce.Add.OS) recentemente costituito nel comprensorio Ten. MOVM Dario VITALI di Pisa (ex porzione della base USA di Camp Darby) dipendente direttamente dal Comando delle Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE). Dopo questa fase iniziale comune, l’aspirante Incursore raggiunge la 101^ Compagnia Allievi Incursori del RAI presso il 9° Reggimento a Livorno. Lo attendono circa due anni di corsi intensi, a partire dal Corso di Combattimento per Incursori, il cui scopo è abilitare i frequentatori alle procedure basiche e avanzate utili ad assolvere le operazioni di Azioni Dirette, Ricognizioni Speciali e Assistenza Militare. Le materie studiate e praticate variano dalla topografia agli esplosivi passando dai tiri in poligono e lunghe pattuglie sviluppate su più giorni. Il corso successivo è molto intenso e abilita il personale alle operazioni di liberazione ostaggi: Corso di Combattimento Avanzato per Incursori, caratterizzato da procedure e addestramenti in ambienti ristretti peculiari dei reparti Tier 1 per la specifica missione assegnata. Completano l’iter moduli ambientali in montagna, sia innevata che non, in ambiente anfibio nonché il corso con tecnica della caduta libera militare. Come per gli Arditi della I Guerra Mondiale è necessaria una forte volontà, determinazione e senso del dovere. L’allievo Incursore dovrà saper fare ma anche essere!

Sappiamo che l’iter è estremamente selettivo; come si è modificato nel tempo il percorso affinché vi sia un numero sufficiente di operatori per alimentare il Reggimento garantendo allo stesso tempo il massimo livello qualitativo?

L’alimentazione del 9° Reggimento è garantita dal personale effettivo all’Esercito Italiano, di tutte le categorie e ruolo. La qualità è imprescindibile. Sino al 2006, il reclutamento era organizzato e concordato direttamente dal Reggimento con lo Stato Maggiore Esercito di Roma. Con la costituzione del nucleo iniziale di formazione del COMFOSE, la promozione e reclutamento è divenuta attività peculiare di quest’ultimo Comando. Infine, con la costituzione del Ce.Add.OS anche la formazione di base – OBOS. Ne consegue che la nostra alimentazione dipende dal Centro Addestrativo per Operazioni Speciali. Le Forze Speciali si sono adattate alle dinamiche che hanno caratterizzato l’evoluzione del personale dell’Esercito in quest’ultimi anni a partire dalla sospensione della leva, ai Volontari in Ferma Breve sino ad arrivare all’ultima variante ovvero ai Volontari in Ferma Prefissata di 1 anno (VFP1). È stato necessario ampliare il bacino di selezione, adeguandosi costantemente ai piani di alimentazione della componente operativa, senza per questo modificare gli standard selettivi. Attualmente, oltre agli Ufficiali del Ruolo Normale, dei Marescialli e Sergenti, arruolati direttamente presso gli istituti di formazione di Forza Armata, il bacino è rappresentato dai VFP1. Sono inoltre effettuati reclutamenti straordinari, per tanto aciclici, funzionali a selezionare aspiranti per un ruolo dove si evidenziano carenze.

Incursore del “Nono” durante aviolancio TCL

Il raggiungimento della qualifica Incursore non è che l’inizio; come si sviluppa il percorso dell’operatore? Quali ulteriori qualifiche è possibile conseguire per incrementare le proprie capacità?

Il conseguimento del brevetto da Incursore, non è che l’inizio di una avventura, ricca di soddisfazioni, ma impegnativa. Sulla base delle caratteristiche individuali e soprattutto la volontarietà, gli Incursori si possono ulteriormente specializzare in differenti branche come ad esempio:

  • Sniper, frequentando corsi nazionali o all’estero,
  • Paramedico Tattico, frequentando i corsi per Special Operations Combat Medic (SOCM) negli USA o in Germania presso L’International Special Training Center (ISTC) di Pfullendorf;
  • breacher, ovvero lo specialista che si occupa di aprire i varchi per la penetrazione in edifici;
  • Joint Tactical Air Controller (JTAC).
  • oppure quale Cinofilo per Operazioni Speciali, grazie alla collaborazione con il Centro Veterinario dell’Esercito di Grosseto.

L’incursore, però, non finisce mai di formarsi e di aggiornarsi: gli Incursori si qualificano istruttori in vari settori, utili a formare il personale interno ma anche a favore dell’Esercito, delle altre Forze Armate o altre agenzie e civili. Non bisogna dimenticare anche la formazione successiva alla attività operativa/formativa, ovvero quella di staff in tutte le branche, includendo i corsi dedicati alla pianificazione, gestione della sala operativa o della branca intelligence.

Incursori del 9° Col Moschin inpegnati in attività addestrativa

Comandante, facciamo un breve excursus sulle armi individuali di un Incursore

Le armi in dotazione spaziano dalle armi individuali a quelle per tiratore scelto passando dalle armi di reparto. Di base l’Incursore è dotato di pistola individuale, con l’impiego principale della Glock17. Di recente acquisizione anche l’ottima Beretta APX Compact. Il fucile d’assalto principale è il consolidato Colt M4, ottimizzato nell’impiego da ottiche e puntatori di vario genere che l’operatore sceglie in base alla missione. Da evidenziare la consolidata collaborazione con l’industria italiana con cui stiamo sviluppando un nuovo fucile d’assalto, garantendo sviluppo e flessibilità della capacità di ingaggio. In tale ottica i Tiratori Scelti sono dotati del MK11, varie versioni del SAKO TRG 42 e sono in acquisizione i Victrix PUGIO e CORVUS di produzione italiana.

In un contesto interforze, come viene sviluppata la capacità di operare con altre Forze Speciali della Difesa, nonché a livello multinazionale?

Le Operazioni Speciali sono di natura interforze, recita la dottrina internazionale e nazionale. Lo slancio del comparto italiano è stato significativo con la costituzione del Comando Interforze delle Forze Speciali (COFS) di Roma nel 2004. Un Comando appunto interforze, che sin dalla sua costituzione ha visto gli Incursori delle quattro Forze Armate, lavorare per gettare le basi della dottrina attuale. Il COFS organizza annualmente una esercitazione interforze con scenario Warfighting o Contro Terrorismo. Sotto egida del COFS ciascun reparto di Forze Speciali conduce seminari funzionali a condividere e affinare procedure su specifiche capacità. Il comparto delle Forze Speciali italiane è una realtà interforze e consolidata da oltre un decennio e lo dimostrano le Task Force per Operazioni Speciali che sin dai primi anni 2000 hanno operato nelle missioni internazionali italiane costituite da personale dell’Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri. Queste Task Force hanno operato e operano sotto comandi NATO o di coalizione per la natura strategica delle Operazioni Speciali.

Distaccamento Incursori del “Nono”

Comandante, l’Incursore è prima di tutto un uomo; l’aspetto umano appunto, quanto è importante? E quanto questo aspetto incide a livello di capacità di operare all’interno di un gruppo?

Come già detto per la formazione, qui si impara a fare ma anche a essere. L’uomo, è Soldato e Operatore, seppur supportato da equipaggiamenti e tecnologia, rimane il fulcro delle Operazioni Speciali. Qui si ritrovano i valori di base caratteristici degli Arditi di cento anni orsono: determinazione, altissimo senso del dovere, spregiudicatezza e capacità di affrontare qualsiasi problematica con un approccio diverso, innovativo, cruciale per il completamento della missione. Gli Incursori operano sempre in piccoli gruppi, denominati Special Operations Task Unit. Saper operare in gruppo è fondamentale, fidarsi di un operatore che assolverà il proprio compito con dedizione è naturale per un Comandante Incursore. Sofferenza e gioia sono emozioni condivise che creano dinamiche consolidate e forti in un gruppo così ristretto, le esperienze intense creano un legame che ti accompagnerà per tutta la vita.

Incursore del “Nono” in azione con unità cinofila

Come si sta evolvendo il Reggimento in funzione delle nuove sfide che gli scenari operativi attuali e futuri proporranno, come ad esempio la Hybrid Warfare?

Il Reggimento è sempre attento all’evoluzione degli scenari operativi e con la sua naturale versatilità ha dimostrato la capacità di adattarsi e rispondere prontamente alle sfide a cui è stato chiamato. Sin dalla sua fondazione, il 9° Reggimento ha fronteggiato minacce ibride in contesti di contro-insorgenza o contro-terrorismo. Nell’accezione moderna, più ampia, gli Incursori continuano a adattare la loro formazione, mantenendo i fondamentali solidi, e adattando l’addestramento. La Forza Armata, anticipando i tempi ha costituito il Comando delle Forze Speciali, Comando che tra le su fila annovera il 28° Reggimento Pavia, per le comunicazioni strategiche. Integrando e facilitando le linee di azione in un contesto Hybrid Warfare.

Incursore del 9° “Col Moschin” durante aviolancio dimostrativo

Infine, Comandante, cosa significa essere un Incursore del “Nono”?

Un professionista, un soldato al servizio della Patria.

Ringraziamenti

Desidero infine ringraziare Stato Maggiore Difesa e Stato Maggiore Esercito per aver autorizzato l’intervista. Il Comandante del 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, Col. Y. Grossi per la disponibilità e cortesia.

Testo e immagini: 9° Reggimento “Col Moschin”