Forze Speciali Italiane

Forze Speciali Italiane

Le forze speciali italiane sono unità delle Forze Armate italiane appositamente designate, organizzate, selezionate, addestrate ed equipaggiate per condurre operazioni militari con valenza strategica, utilizzando tecniche e modalità d’impiego non convenzionali.

A seguire, vedremo quali sono, la loro storia e le peculiari capacità.

Esercito Italiano 

  • 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”;
  • 4º Reggimento alpini paracadutisti “Monte Cervino”;
  • 185º Reggimento paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi.

Marina Militare 

  • Gruppo Operativo Incursori (GOI)

Aeronautica Militare 

  • 17º Stormo incursori.

Carabinieri 

  • G.I.S. – Gruppo Intervento Speciale
Contenuti della pagina

Forze speciali italiane la cronistoria

Arditi del regio Esercito

Fin dal primo conflitto mondiale fu chiara la necessità di dotarsi di reparti particolarmente specializzati, addestrati ed equipaggiati. Fu così che nacque il primo nucleo di forze speciali in Italia: gli Arditi. Eroico reparto d’assalto del Regio Esercito costituiti nel 1917, proprio durante la Prima guerra mondiale.

Nello stesso periodo, nacquero anche i gruppi di incursione marittima: gli specialisti della Regia Marina utilizzarono mezzi come i Motoscafi armati siluranti, meglio conosciuti come MAS ed i “maiali” (una sorta di siluro pilotato da un operatore che lo “cavalcava”).
Nel 1939 nacque poi la Iª Flottiglia MAS, poco dopo denominata Xª Flottiglia MAS insieme alla specialità “uomini d’assalto”, i cui eredi dal 1960 sono gli incursori del Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori “Teseo Tesei”, comunemente conosciuto con l’acronimo di COMSUBIN.
Gli Arditi distruttori della Regia Aeronautica (ADRA), furono un reparto operante nella Seconda guerra mondiale, soprattutto in Africa Settentrionale, con il basco color sabbia, oggi ancora simbolo del 17º Stormo incursori dell’AMI. Poi fu inquadrato nel 1º Reggimento d’assalto “Amedeo d’Aosta” della R.A.
Nel Regio Esercito ci furono alcuni reparti speciali della 185ª Divisione Paracadutisti “Folgore” costituita nel 1941 e, soprattutto, il 10º Reggimento arditi, erede della specialità arditi della grande guerra.
In seno all’Esercito Italiano, nel 1954 nacque invece il Reparto Sabotatori Paracadutisti, di stanza a Pisa, primo nucleo del “Col Moschin”.
Nel 1964 all’Aeroporto di Alghero-Fertilia veniva costituita una Sezione aerei leggeri (S.A.L.) a supporto e dipendente dal Raggruppamento Unità Speciali (R.U.S.).
Alla fine del 1977 l’allora ministro dell’interno Francesco Cossiga ordinò la creazione di “UN.I.S.” (Unità interventi speciali) che si sarebbero dovuti specializzare in antiterrorismo e liberazione ostaggi. Da una aliquota del 1º Battaglione carabinieri paracadutisti dei carabinieri, fu creato il Gruppo di Intervento Speciale (GIS), primo specifico reparto antiterrorismo costituito “ad hoc” in ambito militare italiano.
Ma fu il 30 dicembre 1985 che nacquero i Gruppi operativi speciali (GOS) su disposizione dell’allora ministro della difesa Spadolini, e furono chiamati a farne parte una quota del “Col Moschin” dell’Esercito e una del COMSUBIN della Marina, per operazioni speciali del SISMI.
Successivamente nacquero anche le unità di supporto: nel 1992 il 39º Gruppo Squadroni della Cavalleria dell’Aria “Drago” dell’Aviazione dell’Esercito fu il primo reparto che impiegò dei sistemi di visione notturna, cosa che, insieme con l’altissima specializzazione ed esperienza del personale, ha consentito l’impiego di uomini e mezzi del Reparto nelle Missioni Fuori area, contribuendo ad ampliare la capacità operativa notturna dei contingenti italiani, mentre il 26º Gruppo Squadroni “Giove” inquadrato nella Brigata paracadutisti “Folgore”, grazie alla tipologia di addestramento congiunto con paracadutisti e incursori, sarebbe poi diventato il 26º Reparto elicotteri operazioni speciali – REOS una volta svincolato dalla Brigata.
Nel marzo 2003 dall’Aeronautica Militare viene costituito il “Reparto incursori A.M.I.” (RIAM), poi 17º Stormo incursori.
Il 1° dicembre 2004 nasce il CO.F.S. ,il Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali alle dipendenze del Capo di SMD che ha la competenza per le operazioni condotte dal 9° Rgt. d’Assalto paracadutisti “Col Moschin” Gruppo Operativo Incursori del COMSUBIN, 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica Militare e del Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri (per le esigenze della Difesa).
Quello stesso anno il GIS dei Carabinieri viene validato come forze speciali. Dal 2006 in Afghanistan, in ambito ISAF, opera la Task Force 45. Dal 2013 un team di forze speciali italiane, a rotazione, è presente nella base militare italiana di supporto “Amedeo Guillet”a Loyada (Gibuti).
Il 19 settembre 2014 viene costituito il Comando delle Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE) che rappresenta è un comando a livello Brigata, responsabile di garantire la necessaria unitarietà all’addestramento, all’approntamento, allo sviluppo procedurale nonché all’acquisizione dei materiali per il comparto Forze Speciali dell’Esercito. Il COMFOSE ha sede a Pisa presso il Comprensorio Vitali di Camp Darby.
Visto l’utilizzo sempre più continuo per incarichi NATO delle forze speciali italiane nel “gruppo di forze ad alta prontezza della NATO destinate a compiere le operazioni speciali”, nel 2017 il COFS ha previsto di inserire come forze speciali anche i due reggimenti dell’Esercito già Forze per Operazioni Speciali, il 4º Reggimento alpini paracadutisti e il 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi (RRAO). L’inserimento nelle Forze Speciali italiane viene validato nell’ottobre 2018 con l’esercitazione “Notte scura 2018”.

I reparti in dettaglio

Il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin".

Incursori del 9° Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"

La storia del Reggimento inizia nella Grande Guerra con le unità di Arditi, tra cui il IX Reparto d’Assalto, utilizzate per sfondare le difese nemiche a premessa degli attacchi delle fanterie.
Gli Arditi si imposero all’attenzione generale, guadagnandosi una fama terribile per la violenza delle loro azioni che si concludevano con lanci di bombe a mano ed all’arma bianca nelle trincee nemiche. Il IX Reparto, in particolare, si distinse sul monte Grappa, dove fu protagonista della riconquista di alcune posizioni austriache sul Col Moschin, sul Col della Berretta e sull’Asolone.

Il 20 luglio 1942 si costituisce a Santa Severa (RM) un Reggimento Arditi che il successivo 15 settembre assume il numerico romano di X Reggimento Arditi. Il reparto, caratterizzato dalle fiamme azzurre, opera alle dirette dipendenze dell’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore.
Ordinato su più battaglioni composti da compagnie specializzate, paracadutisti, nuotatori e camionettisti si riordina su quattro battaglioni di cui il IV completamente paracadutista. Impiegato in operazioni di pattuglia in Tunisia, Algeria, e nella Sicilia occupata, cessa di esistere come Reggimento l’8 settembre del 1943. Il I battaglione dislocato in Sardegna, si riordina nel 1944 in IX Reparto d’Assalto e partecipa alla Guerra di Liberazione inquadrato nel Gruppo di Combattimento “Legnano”.

Smobilitato nel 1946, si ricostituisce a livello Compagnia presso la Scuola di Fanteria a Cesano (RM) nel 1953 ed il 1° giugno 1954 diviene Reparto Sabotatori Paracadutisti. Assegnato al Centro Militare di Paracadutismo di Pisa il 10 maggio 1957, diviene Battaglione Sabotatori Paracadutisti il 25 settembre 1961. Segue le sorti della rinata Brigata Paracadutisti e, il 1° ottobre 1975 assume la denominazione di 9° Battaglione d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” e riceve in custodia la bandiera del X Reggimento Arditi. Il 24 giugno 1995 assume l’attuale denominazione.

Comunemente chiamato “il nono”, è il reparto di Incursori dell’Esercito composto da personale specificatamente selezionato e formato, particolarmente addestrato ed equipaggiato per condurre l’intero spettro dei compiti tipici delle “Operazioni Speciali” e specificatamente designata e qualificata per condurre talune attività di rilevanza strategica nazionale.

 

La componente operativa del reggimento è costituita da Ufficiali, Sottufficiali, Graduati e Volontari in servizio permanente o in ferma prefissata, addestrati e selezionati mediante un iter formativo della durata di circa due anni, che culmina nell’attribuzione del brevetto di “Incursore”.

 

La Bandiera di Guerra del 9° reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” è decorata di due Ordini Militari d’Italia, una Medaglia d’oro al Valore dell’Esercito, tre d’Argento al Valor Militare e una d’Argento al Valore dell’Esercito.

La festa del reggimento cade il 16 giugno, data in cui ricorre l’anniversario della battaglia del Col Moschin (16 giugno 1918) in occasione della quale gli Arditi del IX Reparto d’assalto scrissero una delle pagine più eroiche della Grande Guerra. La battaglia per la conquista del Col Moschin va inquadrata nella battaglia del Solstizio, o seconda battaglia del Piave (15 – 22 giugno 1918), che fu combattuta tra il Regio Esercito italiano e l’esercito austro ungarico.

 

Il reggimento opera alle dipendenze del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE) ed è di stanza a LIVORNO.

 

Incursori del 9° Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"

4º Reggimento alpini paracadutisti "Monte Cervino".

4° Reggimento Alpini Paracadutisti “Ranger”

Il 4° reggimento alpini si costituisce il 1° novembre 1882 con i battaglioni “Val Pellice”, “Val Chisone” e “Val Brenta” che nel tempo saranno sostituiti dai battaglioni “Pinerolo”, “Ivrea” e “Aosta” nel 1886 cui si aggiungerà nel 1889 il battaglione “Susa”.
Nella prima guerra mondiale è impiegato sulla Croda Rossa, sull’Isonzo e sul Monte Mrzli. Nel 1916 sull’Adamello, a Monte Cima, Monte Zugna, Monte Cauriol, Monte Cardianal, Alpe di Cosmagnon, Dente del Pasubio; nel 1917 sul Monte Vodice, Vette di Gallio, Monte Fior, Massiccio del Grappa. Nel 1918 sul Monte Solarolo. Per la Grande Guerra mobilita i battaglioni “Monte Levanna”, “Monte Cervino”, “Monte Rosa”, “Val d’Orco”, Val Baltea” e “Val Toce”. Finita la guerra allinea i soli battaglioni “Ivrea”, “Aosta” e “Intra”.

Il reggimento segue i tumultuosi riordinamenti, che ne variano più volte costituzione e dipendenza nel periodo fra le due guerre, fino ad assestarsi, allo scoppio della seconda, quale reggimento della Divisione “Taurinense” con i battaglioni “Ivrea”, “Aosta” e “Intra”. Impegnato sul fronte Occidentale quindi in Albania e poi in Jugoslavia – Montenegro, viene sciolto definitivamente nell’ottobre 1943 in Montenegro. Il battaglione “Intra” al comando del capitano Piero Zavattaro Ardizzi partecipa alla resistenza in Serbia-Montenegro e i superstiti entrano a far parte della Divisione italiana partigiana Garibaldi.
Ricostituito il 15 aprile 1946 viene sciolto il 10 ottobre 1975 quando tradizioni e Bandiera di Guerra passano al Battaglione Alpini “Aosta” della Scuola Militare Alpina di Aosta.

Il battaglione alpini “Monte Cervino”
Inquadrato nel 4° reggimento, nell’inverno 1915 si forma il Battaglione Alpini “Monte Cervino” che, terminato il primo conflitto mondiale, è soppresso.

Ricostituito nel dicembre 1940 come Battaglione Sciatori “Monte Cervino” si scioglie al termine delle operazioni sul fronte greco-albanese per tornare in vita nell’ottobre1941.
Partecipa alla campagna di Russia meritando la massima ricompensa al valor militare quindi viene nuovamente soppresso nel settembre 1943.

I plotoni delle Brigate alpine e la compagnia alpini paracadutisti
Il primo plotone di alpini paracadutisti, viene costituito il 1 settembre 1952 presso la Brigata alpina “Tridentina” a Bressanone. Successivamente, furono costituiti dalle Brigate alpine “Julia”, “Taurinense”, “Cadore”, e “Orobica” nell’ordine i relativi plotoni paracadutisti.
Il primo lancio in montagna venne effettuato dagli Alpini Paracadutisti del plotone della “Tridentina” sul ghiacciaio del Ruitor (Val d’Aosta) a 3000 metri di quota.
Il 1° aprile 1964 si costituisce la Compagnia Alpini Paracadutisti, con il personale dei disciolti plotoni alpini paracadutisti delle cinque Brigate alpine, e dal 1° gennaio 1990 prende il nome di Compagnia Alpini Paracadutisti “Monte Cervino” divenendo erede delle tradizioni acquisite dal battaglione omonimo.
Il 14 luglio 1996 la compagnia è inserita nel Battaglione Alpini Paracadutisti “Monte Cervino” di nuova formazione al quale con decreto 28 novembre 1996 viene concessa la Bandiera di guerra.

Il 25 settembre 2004 il battaglione entra nel ricostituito 4° reggimento alpini paracadutisti.

Il 4° reggimento alpini paracadutisti (“Ranger”) è il reparto di Forze Speciali dell’Esercito composto da personale specificatamente selezionato e formato, particolarmente addestrato ed equipaggiato per condurre l’intero spettro dei compiti tipici delle “Operazioni Speciali”. Il 4° reggimento, unico nel suo genere per aver coniugato le capacità tipiche della specialità da montagna (alpini) e delle aviotruppe (paracadutisti), è l’unica unità di Forze Speciali dell’Esercito specificatamente designata e qualificata per condurre operazioni in ambiente montano e artico.

La componente operativa del reggimento è costituita da Ufficiali, Sottufficiali, Graduati e Volontari in servizio permanente o in ferma prefissata, addestrati e selezionati mediante un iter formativo della durata di circa due anni, che culmina nell’attribuzione della qualifica di “Ranger”.

La Bandiera di Guerra è decorata di un Ordine Militare d’Italia, due Medaglie d’Oro, nove d’Argento e una di Bronzo al Valor Militare, una d’Argento al Valor Civile e una d’Argento di Benemerenza.
La festa del reggimento cade il 18 maggio, anniversario del combattimento di Monte Vodice (1917) dove si guadagna la Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Il reggimento opera alle dipendenze del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE) ed è di stanza a VERONA.

 

185º Reggimento paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi "Folgore"

185 RRAO

Il “RRAO” (185° reggimento paracadutisti Ricognizione e Acquisizione Obiettivi “Folgore”) è il reparto di Forze Speciali dell’Esercito composto da personale specificatamente selezionato e formato, particolarmente addestrato ed equipaggiato per condurre l’intero spettro dei compiti tipici delle “Operazioni Speciali”. In particolare, il 185° reggimento ha, per sua natura, una “vocazione” spiccatamente Intelligence ed è specializzato nelle Azioni Dirette che prevedono l’ingaggio di obiettivi “a distanza” (ovvero con modalità “stand-off”) sfruttando l’armamento in dotazione e tutte le piattaforme di fuoco terrestri, aeree e navali. Il “RRAO” opera normalmente infiltrando Distaccamenti Operativi equipaggiati e addestrati per operare “oltre le linee nemiche”, a grande distanza dalle forze amiche ed in completo isolamento tattico.

 

La componente operativa del reggimento è costituita da Ufficiali, Sottufficiali, Graduati e Volontari in servizio permanente o in ferma prefissata, addestrati e selezionati mediante un iter formativo della durata di circa due anni, che culmina nell’attribuzione del brevetto di “Acquisitore Obiettivi”.

 

La Bandiera di Guerra, appartenuta alle origini al 1° reggimento paracadutisti, e successivamente al 185° reggimento fanteria paracadutisti “Nembo” dal quale dopo l’8 settembre nacque lo squadrone da Ricognizione Folgore “F”, è stata ereditata dal “RRAO” il 21 giugno 2013.

La festa di corpo si celebra ogni anno il 20 di aprile, data in cui venne lanciata l’Operazione “Herring”, con decollo dall’aeroporto di ROSIGNANO.

 

Il reggimento opera alle dipendenze del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE) ed è di stanza a LIVORNO.

 

Il 185° Reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi (RRAO), è l’erede del 1° Reggimento Fanteria Paracadutisti (RFP) costituitosi alla scuola di paracadutismo di Tarquinia nell’aprile 1941. Discendente del 1° Reggimento Fanteria Paracadutisti della Divisione “Folgore”, il 185° RFP diede vita allo Squadrone da Ricognizione “Folgore” (Squadrone “F”), costituitosi subito dopo l’8 settembre 1943 dalle “ceneri” del III° Battaglione del 185° RFP. Lo Squadrone “F” condusse in Italia missioni informative, azioni di pattugliamento, d’infiltrazione e sabotaggio oltre le linee tedesche che culminarono con l’operazione “Herring” (20 aprile 1945), unico aviolancio di guerra compiuto dal nostro Esercito sul territorio italiano, nella zona della pianura Padana con baricentro il comune di Poggio Rusco.
Compito dello Squadrone “F” fu favorire l’avanzata alleata lungo la penisola, attraverso la condotta di ricognizioni speciali ed azioni di sabotaggio. Queste operazioni di guerra, furono condotte anche grazie all’addestramento ricevuto nel 1944 dallo Special Air Service (SAS) inglese in Puglia.
Gli operatori del 185° RRAO, oggi sono il frutto di una severa selezione della durata di circa due anni, attraverso i quali gli aspiranti acquisitori apprendono le tecniche per condurre missioni in ogni teatro operativo: dall’ambiente montano a quello anfibio, dall’ambiente desertico a quello mediterraneo e continentale.
Il Reggimento festeggia le seguenti date:
29 settembre S. Michele Arcangelo
18-20 Aprile (1945) commemorazione Op. Herring
21 giugno​ Commemorazione assunzione della Bandiera 185° Rgt Fanteria Paracadutisti e fregio dello Squadrone F.​

Gruppo Operativo Incursori (GOI)

Gruppo Operativo Incursori (GOI) della Marina Militare

Il Gruppo Operativo Incursori (GOI) è una delle due articolazioni del COMSUBIN Comando Subacquei ed Incursori, e costituisce la componente di Forze Speciali della Marina Militare. Il GOI trae le sue origini dalla Decima Flottiglia Mas della Seconda Guerra Mondiale che, con le sue azioni riuscì ad affondare o danneggiare gravemente naviglio da guerra avversario per 72.190 tonnellate e naviglio mercantile per 130.572 tonnellate.

Gli ampi margini di capacità, flessibilità e autonomia operativa e logistica fanno del GOI uno strumento di grande efficacia nella gestione di situazioni critiche. Gli attuali scenari di conflittualità internazionale e la continua minaccia terroristica richiedono l’intervento di piccole unità non convenzionali, particolarmente addestrate ed equipaggiate. In questo difficile contesto gli Incursori della Marina costituiscono uno strumento agile e flessibile, particolarmente idoneo ad affrontare le sfide mutevoli ed ambigue del momento perché in grado di proporre soluzioni concrete e di garantire all’autorità politica un ampia libertà d’azione con un impegno limitato. La loro capacità di soddisfare requisiti politici, militari, economici e psicologici, di operare anche in clandestinità o in condizioni di isolamento, in unità tattiche di ridotta entità numerica, in contesti non permissivi o ostili, e capaci di muoversi in qualunque ambiente, utilizzando tutti i mezzi, gli equipaggiamenti ed i sistemi d’arma necessari all’assolvimento della missione, ne fanno un assetto strategico di primo piano.

I compiti assegnati al GOI sono di norma di pertinenza del livello strategico, risultano spesso assai delicati, tecnicamente difficili e politicamente sensibili. I compiti di istituto sono:

  • attacco ad unità navale e mercantile in porto o alla fonda con l’impiego di diversi sistemi d’arma a contatto e standoff;
  • attacchi a installazioni portuali/costiere e ad infrastrutture civili e militari entro la fascia dei 40 Km dalla costa;
  • operazioni di controterrorismo navale per la liberazioni di ostaggi su unità passeggeri o mercantili e su installazioni marittime;
  • infiltrazione e permanenza in territorio ostile per missioni di tipo informativo e/o di supporto al fuoco navale.

A tale scopo, il personale è interamente professionista e l’addestramento è molto duro, selettivo ed approfondito, in modo da garantire elevati standard operativi. Di qui discendono le peculiari capacità individuali degli operatori.

Il GOI del XXI secolo riveste un ruolo primario nel panorama delle Forze Armate Italiane Da decenni il GOI è costantemente chiamato in ogni situazione di crisi a svolgere i compiti più delicati e risolutivi di evidente valenza strategica, per rispondere in modo determinante a problemi operativi urgenti e con pericolosi risvolti politici. Partendo dagli anni bellici con le operazioni subacquee contro il naviglio nemico, passando agli anni di piombo con la lotta al terrorismo nazionale ed internazionale con il sequestro dell’Achille Lauro negli ultimi anni i compiti affidati al GOI hanno subito un ulteriore evoluzione che lo hanno posto come centro di gravità nazionale allargando di fatto i suoi orizzonti operativi ed implementando la capacità di proiezione globale. Dall’11 Settembre ad oggi il GOI è stato impegnato in maniera sempre più preponderante anche nei principali teatri operativi terrestri, quali l’Iraq e l’Afghanistan, e per il contrasto a fenomeni quali la pirateria in oceano Indiano o la monitorizzazione degli sviluppi di crisi regionali quali la primavera araba. Da segnalare, soprattutto, le attività di Assistenza Militare a favore delle forze di sicurezza di altri paesi attraverso attività addestrative e di intelligence

 

17º Stormo Incursori

Incursori del 17° Stormo dell'Aeronautica Militare

Il 17° stormo Incursori è l’unità di Forze Speciali tier1 dell’Aeronutica Militare, erede degli Arditi Distruttori della Regia Aeronautica (ADRA) che si è distinta nell’ultimo conflitto mondiale per aver conseguito diversi obiettivi di livello strategico in Nord Africa dietro le linee Britanniche.

L’unità è costituita da Incursori in grado di svolgere tutto lo spettro delle Operazioni Speciali (OS) garantendo al COFS, oltre a queste ultime, anche il soddisfacimento delle Missioni più spiccatamente aeronautiche come le Airfield Seizure (operazioni di conquista di aeroporti), la predisposizione di Assault Zone in ambienti semi-permissivi o non permissivi attraverso l’impiego di Combat Controller Team (CCT) costituiti da Incursori qualificati Air Traffic Operator (ATO) e Combat Weather Operator (CWO).

Gli Incursori dell’Aeronautica Militare, vengono selezionati e formati attraverso un iter della durata di circa due anni composto da moduli addestrativi svolti in ambito nazionale e internazionale che abbracciano tutte le discipline basiche delle FS nei diversi ambienti.

Gli Incursori alla fine dell’iter addestrativo sono tutti qualificati paracadutisti con la tecnica della caduta libera e i team CCT anche HAHO (High Altitude High Opening) con l’uso di ossigeno.

Gli Incursori dell’Aeronautica Militare si contraddistinguono perché indossano il caratteristico basco color sabbia con fregio dell’AM imbrunito.

Lo Stormo ha sede presso l’Aeroporto Militare di Furbara sul litorale laziale a Nord di Roma.

La bandiera di guerra del 17° Stormo Incursori è stata insignita nel 2015 della Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico per le Operazioni in Afghanistan.

G.I.S. - Gruppo intervento speciale

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Il Gruppo Intervento Speciale è stato istituito il 6 febbraio 1978, in piena emergenza terrorismo, per impulso dell’allora Ministro dell’Interno On. Francesco Cossiga, per garantire un strumento per la risposta all’incremento dei fenomeni terroristici e delle forme di disturbo dell’ordine pubblico e sicurezza pubblica,  per la condotta di operazioni antiterrorismo e antiguerriglia, con carabinieri tratti dall’allora 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, dal quale tutt’oggi provengono gli operatori del GIS.

Dal 1984, il Ministro dell’Interno decretò il GIS quale unica Unità Intervento Speciale (Un.I.S.) antiterrorismo della Difesa in favore del Ministero degli Interni. 

La storia del Reparto continuò attraverso gli anni di piombo, caratterizzati dalla recrudescenza del terrorismo interno, durante i quali condusse operazioni risolutive come quella per la riacquisizione del controllo del supercarcere di Trani, battesimo del fuoco per il neocostituito Reparto (1980), alla quale seguirono ripetuti interventi per la liberazione ostaggi, condotti a seguito di sequestri di persona a scopo di lucro e dimostrativi. Ad essi sono succedute numerose operazioni per il contrasto alla criminalità organizzata con la cattura di pericolosi latitanti e boss di mafia, condotte a supporto delle componenti investigative e anticrimine dell’Arma, così come per la condotta di operazioni di polizia ad alto rischio, scenari ove il GIS ha continuato a confermare la sua versatilità e affidabilità.

Il GIS, sin dalla sua fondazione, ha inoltre continuato a condurre, in Italia e all’estero, servizi di scorta e protezione in favore delle più alte cariche dello Stato italiane e straniere in visita. Dal 1997, lo speciale reparto è stato impiegato, come punta di diamante dell’Arma, nei più complessi e delicati teatri operativi esteri in Albania, Bosnia, Kosovo e Iraq.

A partire dal 2004, con l’entrata nel comparto Operazioni Speciali della Difesa, il GIS ha quindi suggellato la sua doppia natura di Reparto paracadutisti ed Incursori affianco a quella storica di Unità di Intervento Speciale di polizia. Veniva così cristallizzata quella doppia anima che rimarrà la sua caratteristica distintiva, anche in ambito internazionale.

Da quel momento continueranno gli impieghi dello speciale reparto dell’Arma, sotto il Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS), nei più impegnativi Teatri Esteri, a fianco delle altre forze speciali italiane ed in particolare, in Afghanistan, Iraq, Djibouti, Libano e Niger.

In data 22 maggio 2020, il Presidente della Repubblica ne suggellava l’identità di Unità combattente concedendogli la Bandiera di Guerra che, per la professionalità ed il valore dimostrati, il 20 ottobre 2020, veniva insignita della decorazione di Cavaliere dell’”Ordine Militare d’Italia”.

Il GIS è inquadrato amministrativamente nella 2° Brigata Mobile Carabinieri. Per l’impiego d’emergenza dipende direttamente dal Capo di SM del Comando Generale dell’Arma. In tale ambito, può essere attivato, sempre dal Comando Generale, per esigenze di supporto ai reparti territoriali e anticrimine dell’Arma per attività di PG ad alto rischio ovvero del Ministero degli Interni, quale Un.I.S. o del COFS, quale Reparto FS della Difesa.

Il Reparto mantiene una dimensione ed un’articolazione adeguate ad assicurare elevatissimi standard umani e professionali, nonché un impiego veloce, flessibile e coeso delle forze. Attualmente, oltre al Comandante, alla sua segreteria e ad articolazioni tecniche e di supporto, il Reparto è articolato in Sezioni dedicate alle operazioni e alle attività addestrative, tra le quali la formazione in tema di servizi di protezione e guida di sicurezza per tutto il personale dell’Arma e altri enti dello Stato.

In seno al GIS vi è inoltre un Nucleo Negoziatori costituito da operatori con spiccate capacità comunicative, particolare equilibrio psico-fisico e padronanza delle lingue straniere, che dopo un rigoroso iter selettivo interno, partecipano a corsi di negoziazione all’estero. Il Nucleo Negoziatori si occupa anche di selezionare e formare i Negoziatori di primo livello inquadrati presso i Comandi Provinciali dell’Arma territoriale.

In Italia, il GIS rappresenta, sotto la direzione del Comando Generale dell’Arma, il fulcro del dispositivo d’intervento antiterrorismo dell’Arma dei Carabinieri, in grado di dispiegare, in poche ore, sull’intero territorio nazionale, una Unità di Intervento Speciale fino a livello di Gruppo Tattico Antiterrorismo, implementabile in formato interforze e interagenzia, a composizione variabile, dalle decine alle centinaia di militari, composto dal GIS e dalle forze in suo supporto tattico, rappresentate dal Reggimento CC par Tuscania, dalle API e dalle SOS, dalle unità di polizia robusta dell’organizzazione mobile, delle altre organizzazioni dell’Arma.

Il Reparto, grazie alla sua doppia anima di Forza Speciale e Unità Speciale di polizia, continua ad adeguare le sue capacità per poter al meglio fronteggiare le minacce non convenzionali ed ibride poste dall’attuale contesto nazionale e internazionale e, come recita il suo motto, “In Singuli Virtute Aciei Vis”, nelle capacità del singolo trae la forza il gruppo, continua a individuare il suo fattore di successo nelle virtù di ogni singolo suo uomo.