CACCIA EUROFIGHTER INTERCETTANO UN VELIVOLO CIVILE CHE AVEVA PERSO IL CONTATTO RADIO

Eurofighter Typhoon Aeronautica Militare Italiana
Eurofighter Typhoon Aeronautica Militare Italiana

I caccia intercettori del 36° Stormo di Gioia del Colle (BA), già in volo per una missione di trasferimento sull’aeroporto militare di Grosseto per effettuare nel pomeriggio un sorvolo sull’autodromo del Mugello, sono intervenuti per identificare un velivolo senza contatto radio tra la Puglia e la Basilicata.

Nella mattinata di oggi due caccia intercettori Eurofighter del 36° Stormo di Gioia del Colle (BA), già in volo per una missione di trasferimento sull’aeroporto militare di Grosseto per effettuare nel pomeriggio un sorvolo sull’autodromo del Mugello in occasione del GP della Toscana Ferrari 1000, sono intervenuti per identificare un velivolo ultraleggero Eurostar che aveva perso il contatto radio con gli enti nazionali del traffico aereo civile.

L’ordine di rimodulazione operativa della missione è stato dato dall’IT-AOC, articolazione del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (FE) responsabile della sorveglianza e del controllo dello spazio aereo nazionale.

Una volta raggiunto il velivolo all’altezza di Altamura (BA), grazie alle coordinate e alle informazioni fornite dal personale “guida caccia” a terra, è stata effettuata la prevista procedura di “visual identification” (VID) per accertare che non vi fossero condizioni di emergenza o di minaccia alla sicurezza. Dopo aver effettuato tutte le verifiche necessarie con gli enti del controllo del traffico aereo e ripristinati i contatti radio, i caccia hanno proseguito il volo verso aeroporto militare di Grosseto, sede del 4° Stormo dell’Aeronautica Militare. L’ultraleggero Eurostar, invece, ha proseguito il volo verso Padova, dove era diretto così come da piano di volo.

Dallo scorso 8 settembre, una coppia di Eurofighter del 36° Stormo, insieme a quelli del 4° e del 37° Stormo, assicurano la salvaguardia dello spazio aereo di Estonia, Lettonia e Lituania nel contesto dell’operazione NATO “Baltic Air Policing”.

Quattro sono gli Stormi dotati di assetti Eurofighter, che l’Aeronautica Militare impiega per il servizio di Difesa Aerea: il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle, il 37° Stormo di Trapani, il 51° Stormo di Istrana. Da marzo 2018 inoltre, nel sistema di Difesa Aerea sono stati integrati anche i velivoli F35 del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani e che sono stati i primi aeroplani di 5^ generazione ad essere stati impiegati dalla NATO per salvaguardare lo spazio aereo dell’Alleanza in una operazione di Air Policing.

Il complesso sistema di difesa mediante il quale l’Aeronautica Militare assicura, senza soluzione di continuità, la sorveglianza dello spazio aereo nazionale è integrato, anche in tempo di pace, con quello degli altri paesi appartenenti alla NATO. L’ordine di decollo immediato – in gergo tecnico “scramble” – o come in questo caso di intervento di velivoli già in volo, viene impartito dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), l’ente della NATO responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nell’area,  che integra le capacità di sorveglianza e controllo del 11° gruppo D.A.M.I. e 22° Gruppo radar.

L’Air Operation Centre (AOC) nazionale svolge compiti fondamentali nell’organizzazione del servizio di difesa aerea ed effettua una costante attività di supervisione sul corretto funzionamento del dispositivo. Qualora si presenti una minaccia non militare allo spazio aereo italiano, l’IT-AOC riprende il comando dei velivoli intercettori affidati alla NATO, per la successiva azione di contrasto. Ciò avviene, ad esempio, quando un velivolo civile in transito nello spazio aereo nazionale evidenzi una condotta anomala e, quindi, potenzialmente pericolosa per la sicurezza, oppure qualora necessiti di supporto aereo per problemi tecnici che ne compromettano la sicurezza del volo, come nel caso odierno, dovuto alla perdita di comunicazioni radio.

Fonte, testo e immagini: AERONAUTICA MILITARE – UFFICIO GENERALE DEL CAPO DI STATO MAGGIORE – 2° UFFICIO “PUBBLICA INFORMAZIONE – RELAZIONI CON I MEDIA GIORNALISTICI”