Ca.S.T.A. 2019 – IL REPORT –

Dal 17 al 23 febbraio scorso hanno avuto luogo i Campionati Sciistici delle Truppe Alpine (Ca.S.T.A.) organizzati dal Comando Truppe Alpine di Bolzano e giunti alla 71a edizione.

Quest’anno l’intenso programma di gare ed esercitazioni ha interessato l’Alta Pusteria e il Cadore. Infatti, oltre ad essere interessati i comuni di Dobbiaco, San candido e Sesto, alcune attività si sono svolte nel comune di Auronzo.

Come da tradizione, anche quest’anno si sono susseguite una serie di prove molto impegnative che hanno reso questa importante competizione sportivo-militare un vero e proprio momento di verifica del livello addestrativo raggiunto dai reparti nel corso dell’attività invernale, con particolare riguardo alla capacità di sopravvivenza, alla mobilità ed efficienza operativa in ambiente innevato.

Imponente la partecipazione; oltre 2000 atleti in rappresentanza di 10 nazioni. Proprio per questo motivo i Ca.S.T.A. rappresentano una vera e propria “Olimpiade degli Alpini” nella quale i reggimenti impegnati hanno anche la possibilità di confrontarsi a livello internazionale con altri reparti simili che operano in montagna.

Nell’arco di cinque giorni gli atleti militari hanno avuto la possibilità di cimentarsi e confrontarsi sia dal punto di vista sciistico con prove di slalom gigante, fondo e sci alpinismo, sia dal punto di vista tecnico-tattico nella competizione più importante dei Ca.S.T.A., ovvero la gara tra Plotoni; competizione durissima distribuita su 3 giornate e che ha visto l’entusiasmante epilogo proprio nella giornata conclusiva di venerdì 22 febbraio.

Motivi conduttori della manifestazione sono stati il soccorso in ambiente montano e il Montain Warfare che si sono concretizzati nelle 2 esercitazioni dimostrative che hanno arricchito l’evento ponendo in risalto cooperazione e interoperabilità tra unità d’élite di eserciti alleati e amici.

Anche in questa edizione non è mancato l’aspetto legato alla solidarietà; il particolare impegno delle Truppe Alpine è stato a favore dell’Associazione Assistenza Tumori Alto Adige alla quale, al termine della cerimonia di chiusura, sono stati consegnati 2.000 euro frutto di una raccolta fondi promossa durante tutta la settimana.

 

Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda le gare sciistiche ho avuto l’opportunità di seguire una parte della seconda giornata di gara per i Plotoni che si contendono gli ambiti trofei BUFFA e International Federation of Mountain Soldiers (IFMS).

La gara ha preso il via in Località Carbonin e si è sviluppata per circa 30 Km nei quali gli atleti militari in gara oltre a dare prova di abilità sciistica, hanno dovuto superare impegnative prove tecniche quali Trasmissioni, lancio bomba a mano e recupero personale travolto da valanga.

La giornata di venerdì 22 febbraio è stata sicuramente quella più impegnativa. Infatti, hanno avuto luogo le due esercitazioni dimostrative cui accennavo in precedenza.

In mattinata, nei pressi del Lago di Misurina, l’esercitazione tecnico-tattica “AQUILA BLU 2019”.

L’atto tattico condotto in ambiente invernale caratterizzato da clima rigido, su terreno impervio e fortemente innevato è caratterizzato dall’impiego di forze ed assetti ad elevata connotazione operativa nella condotta di un’operazione di contrasto dinamico contro un avversario convenzionale nell’ambito di una campagna di combattimento volta a mantenere il controllo su una parte di territorio contesa tra due fazioni ex belligeranti che hanno sottoscritto un accordo per il cessate il fuoco.

Lo scopo principale dell’esercitazione è quello di verificare le capacità peculiari, delle unità COMBAT e COMBAT SUPPORT delle Truppe Alpine, di vivere muovere e combattere in ambiente montano, su terreno impervio e dalla mobilità fortemente limitata a causa delle condizioni climatiche e della presenza di un consistente manto nevoso.

In particolare, sono state oggetto di verifica le capacità esprimibili da un complesso minore alpino, con connotazione pluriarma, nel difendere posizioni in dominio di quota e nello sfruttamento del terreno per manovrare ed incanalare le forze nemiche, insieme alla capacità di impiegare in maniera coordinata gli assetti in concorso, tra i quali unità delle Forze Speciali, aeromobili dell’Aviazione dell’Esercito, assetti per la sorveglianza strumentale del campo di battaglia come RAVEN e RADAR.

L’8° Reggimento Alpini è stato incaricato di condurre, nell’ambito della Brigata Alpina “Julia”, la sperimentazione dei nuovi organici della compagnia alpini che prevede, quale primo plotone, una minore unità alpieri con capacità esplorante e di soccorso alpino militare. Il primo plotone di ogni compagnia alpini sarà quindi composto da personale in possesso delle capacità sciistiche, alpinistiche e di Mountain Warfare (estivo ed invernale) acquisite al termine dei corsi specialistici effettuati presso il Centro Addestramento Alpino di Aosta].

Una volta individuata la tipologia di minaccia e in considerazione della particolare orografia del territorio, il Comandante del Task Group ha individuato nel dipendente complesso minore pluriarma, costituito su base 69^ Compagnia Alpini del battaglione alpini “Tolmezzo”, l’unità destinata a condurre lo sforzo principale.

Tale complesso minore (unità tattica di composizione variabile dell’ordine della compagnia), denominato FULMINE, è articolato su:

  • due plotoni alpieri specializzato nelle moderne tecniche di combattimento in montagna e di Mountain Warfare;
  • un plotone di supporto alla manovra equipaggiato con mortai medi da 81mm e sistemi d’arma controcarro SPIKE e PANZERFAUST;
  • una sezione di artiglieria da montagna del 3° rgt. a.ter. equipaggiata con obici 105/14;
  • una pattuglia esplorante del reggimento “Piemonte Cavalleria”;
  • un team di Tiratori Scelti su motoslitta;
  • una squadra di fanteria dell’esercito austriaco su BV 206 S10

A supporto i seguenti assetti specialistici dell’Esercito, quali:

  • una squadra Ranger, appartenente al 4° Rgt. Alpini Paracadutisti;
  • una Task Unit dell’Aviazione dell’Esercito, articolata in n.1 elicottero CH 47F, n. 2 elicotteri AB 205, n. 2 elicotteri d’attacco A129;
  • una squadra multi-sensore composta da un team RAVEN e un team RADAR, appartenente al 41°rgt. “Cordenons” della Brigata informazioni Tattiche;

 

 

In seguito ad informazioni di intelligence sulla presenza di unità nemiche intenzionate a compiere azioni offensive verso l’ipotetica zona demilitarizzata, viene infiltrato un distaccamento del 4° Reggimento Alpini Paracadutisti con il compito di effettuare una Special Reconnaissance” con lo scopo di mantenere il flusso informativo.

Accertata la presenza di un dispositivo nemico che muove a bordo di tre veicoli da trasporto e combattimento BV206 nella versione DN6, il Comandante del complesso minore “Fulmine” distacca inizialmente le unità controcarri e i mortai medi da 81 mm per attivare una Blocking Position preventivamente organizzata nella zona.

La Blocking Position è una posizione difensiva rinforzata al fine di negare all’avversario l’accesso ad una determinata area, impedirgli di abbandonare un’area o prevenire la sua avanzata lungo una determinata direttrice.

La mossa successiva prevede il posizionamento dei Tiratori Scelti, a bordo di motoslitte, in posizione dominante per supportare con il tiro di precisione la Blocking Position.

Successivamente entrano in azione tutti i restanti componenti del complesso minore “Fulmine”, i quali hanno il compito di disarticolare e ridurre la capacità di movimento della fazione avversaria nonché canalizzare in “nemico” verso un’area ristretta (denominata Killing Zone) dove successivamente subirà un’imboscata.

La manovra di canalizzazione avviene mediante l’alternanza fuoco-movimento delle due aliquote della pattuglia esplorante, entrambe equipaggiate con mitragliatrice leggera FN MINIMI.

L’unità nemica si trova quindi costretta, sotto l’azione di fuoco della pattuglia esplorante, ad abbandonare l’itinerario principale (posto a monte), e ad utilizzare la traccia posta ad una quota più bassa.

Una volta che l’unità nemica ha preso l’itinerario a valle, una pattuglia di alpieri sfrutta il momento e la posizione favorevole per compiere un’imboscata laterale, attaccando sul fianco l’unità avversaria, da posizione occulta e in dominio di quota.

L’azione di fuoco del plotone supporto alla manovra ha neutralizzato l’unità avversaria, ed ha creato le condizioni per procedere con il rastrellamento da parte del plotone alpieri.

Durante il movimento un elemento ostile ancora vivo ha aperto il fuoco contro uno degli Alpieri ferendolo; l’alpiere ferito per una più facile individuazione è segnalato con un fumogeno verde. Il team TS neutralizza immediatamente la minaccia palesatasi.

Il ferito viene prontamente stabilizzato utilizzando le tecniche di primo soccorso da parte di un commilitone, mentre un soccorritore militare a bordo di una motoslitta raggiunge la posizione per lo sgombero.

Dopo aver stabilizzato il ferito, si procede allo sgombero dello stesso tramite traino su barella AKIA.

 

Quella che sembra essere un’azione di combattimento conclusasi con successo, presto viene riaccesa dalla comunicazione, da parte, circa la presenza di un’ulteriore unità nemica in avvicinamento.

Dopo aver valutato la situazione operativa sulla base degli ultimi aggiornamenti ricevuti, e preso atto che l’unità nemica è dotata di forze molto più consistenti di quanto inizialmente ritenuto, il Comandante della Task Force decide di rischierare, sotto il Controllo Tattico del complesso minore, una sezione di artiglieria da montagna equipaggiata con 2 obici 105/14.

Un elicottero CH47 dell’Aviazione dell’Esercito, scortato da due elicotteri d’attacco, sfruttando le sue eccezionali doti di manovrabilità e capacità di carico, raggiunge la zona di schieramento portando ai ganci baricentrici due obici che, una volta sganciati saranno messi in batteria da una squadra pezzi del 3° Rgt. artiglieria terrestre (da montagna).

In pochi minuti gli artiglieri sono pronti ad effettuare l’azione di fuoco sull’obiettivo neutralizzando con i loro colpi la minaccia avversaria.

Si è così conclusa l’esercitazione Aquila Blu 2019.

Nel tardo pomeriggio ha avuto poi luogo il secondo evento dimostrativo; l’esercitazione “Lupo Bianco 2019” nel corso della quale le Truppe Alpine dell’Esercito sono state protagoniste di una complessa attività addestrativa di soccorso in arco temporale notturno, scattata a seguito di una valanga (simulata) che ha investito numerose persone e diversi veicoli, isolando inoltre alcuni centri abitati.

Una situazione di emergenza riprodotta in modo realistico che ha visto l’intervento immediato delle Squadre Soccorso degli Alpini, scesi in campo per salvare la vita a chi era rimasto sepolto dalla neve oppure finito nelle acque gelide di un lago montano. Uno scenario di uso duale dello strumento militare – in favore cioè della comunità – preparato dal Comando delle Truppe Alpine di Bolzano e sviluppato sulle sponde del Lago di Misurina, nel Cadore, in cui sono state riproposte fatalità che si verificano su tutto l’arco alpino, così come nell’Italia centrale, a causa delle valanghe. In prima linea sono scesi gli Alpini delle Squadre Soccorso, specializzati presso il Centro Addestramento Alpino di Aosta e addestrati a intervenire anche all’interno di un dispositivo gestito dalla Protezione Civile.

L’esercitazione “Lupo Bianco 2019” si è sviluppata parallelamente su cinque fronti: il salvataggio con l’ausilio di un elicottero di un uomo terminato nelle acque del lago, il soccorso ad un gruppo di persone disperse sotto la valanga, il recupero di tre individui intrappolati in un veicolo trascinato nel lago dalla valanga, l’estrazione di un ferito da un automezzo colpito da un albero caduto e infine il disseppellimento di un veicolo sepolto dalla neve con il guidatore a bordo.

Numerose sono state le tecniche e i mezzi adoperati dai militari delle Truppe Alpine, coadiuvati in alcuni frangenti da altri reparti dell’Esercito insieme a Vigili del Fuoco, Carabinieri, Guardia di Finanza, Croce Rossa Italiana, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini e Bergrettung.

Nelle operazioni sono stati impiegati elicotteri AB 205 e CH 47 F dell’Aviazione dell’Esercito, i cui equipaggi sono gli unici in grado di volare di notte grazie ai Night Vision Goggles, speciali binocoli montati sul casco del pilota che permettono di sfruttare al massimo qualsiasi sorgente di luce, compresa la luna, e di vedere in chiaro l’ambiente circostante.

Nel primo evento, il soccorritore degli Alpini a bordo dell’AB 205 si è calato nell’acqua gelida per effettuare le manovre di recupero della vittima con un verricello, affrontando shock termici ai quali si addestrano per acquisire le capacità necessarie ad operare anche nell’oscurità.

Infatti, proprio per tale esigenza e grazie alle esperienze maturate dal personale militare negli attuali Teatri Operativi, oltre che dagli interventi condotti a favore della collettività (Dual Use) nelle situazioni di emergenza verificatisi negli ultimi anni sul territorio nazionale, quali terremoti, eccezionali nevicate e alluvioni, è cresciuta l’esigenza di formare figure capaci di operare in ambiente impervio, impiegando strumenti come il verricello degli aeromobili dell’AVES.

Per questo è stato pianificato, organizzato e condotto dal 4° “Altair” il 1° corso RECUPERATORE MILITARE, che ha qualificato a inizio febbraio 9 comandanti di squadra militare di soccorso alpino e figura che per la prima volta in assoluto abbiamo avuto la possibilità di vedere in azione durante l’esercitazione “Lupo Bianco 2019”

Il secondo evento ha riguardato la ricerca dei travolti da valanga che è stata portata a termine grazie ad una Squadra sbarcata dall’elicottero CH-47 F con la tecnica del fast-rope, con cui si possono raggiungere rapidamente punti in cui il velivolo non può atterrare, come boschi fitti, terreni instabili o tetti di edifici. Il fast-rope non prevede dispositivi di vincolo e richiede prestanza fisica oltre che addestramento.

Il terzo evento riguardante il veicolo finito nel lago ghiacciato, è stato simulato da un cingolato da neve BV-206 in dotazione alle Truppe Alpine (che non è stato completamente immerso nel lago ed è stato rivestito con materiale oleo-assorbente per evitare impatti ambientali). Le tre persone all’interno sono state salvate creando una teleferica con cinghie di circostanza, a cura dei soccorritori.

Il quarto evento ha riguardato uno dei rischi che si palesano in montagna, ovvero la caduta di alberi a causa di eventi atmosferici (raffiche di vento, oltre alle valanghe): nel quadro dell’esercitazione è stata quindi prevista la liberazione del conducente di un mezzo, intrappolato per finta nelle lamiere.

È una squadra “taglio” dei Vigili del Fuoco a riuscire nell’intento con una forbice idraulica, in stretta collaborazione con i soccorritori dell’Esercito e della Croce Rossa, che hanno evacuato il ferito con una motoslitta dopo aver mitigato i possibili danni alla colonna vertebrale.

 

Il quinto evento della “Lupo Bianco 2019” è stato il più complesso ed è stato mirato alla verifica delle procedure standard e a raggiungere il massimo amalgama tra i vari attori coinvolti negli interventi. La valanga ha inghiottito un automezzo con delle persone a bordo, irrintracciabili ai sensori di ricerca. Insieme alle Squadre Soccorso degli Alpini scendono prontamente in campo un’unità cinofila della Guardia di Finanza insieme a una squadra dell’Arma dei Carabinieri e a specialisti del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico.

Il mezzo e il conducente vengono trovati grazie ad un metal detector militare e disseppelliti rapidamente, ma mancano all’appello ancora due persone. I soccorritori vengono divisi in nuclei di sondatori e spalatori che si concentrano sulle zone di accumulo laterale e inferiore della valanga, sfruttando tra l’altro le indicazioni dei cani, che si rivelano efficacissimi quando le persone travolte non sono munite di apparati di segnalazione.

I cani vengono seguiti a distanza dai loro conducenti, in modo da non confonderli con false tracce olfattive. Ed è stato proprio uno di loro a fiutare velocemente la presenza di una vittima e a consentirne il salvataggio e il trasporto su una barella trainata da una motoslitta.

E con questo si è conclusa l’esercitazione “Lupo Bianco 2019”.

L’atto conclusivo dei Ca.S.T.A. ha avuto luogo sabato 23 febbraio in Piazza del Magistrato a San Candido alla presenza delle massime Autorità civili e militari; hanno infatti presenziato alla cerimonia il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Salvatore Farina, il Comandante delle Truppe Alpine Gen. C.A. Claudio Berto, il SottoCapo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Claudio Mora e i Sindaci dei Comuni interessati dalla manifestazione.

Contestualmente sono stati assegnati i Trofei in palio ai Campionati Sciistici delle Truppe Alpine ed ammainate le Bandiere degli 10 Paesi partecipanti alla manifestazione.

Per quanto riguarda i risultati sportivi, il Trofeo dell’Amicizia è stato assegnato all’Italia che si è imposta su Romania e Slovenia; il Trofeo Medaglie d’Oro è stato assegnato al 2° Reggimento Alpini come anche il Trofeo Buffa; il Trofeo “International Federation of Mountain Soldiers” è stato ad appannaggio del 7° Reggimento Alpini; il Trofeo Interforze è stato vinto dal Centro Sportivo Esercito.

 

CONCLUSIONI

I Campionati Sciistici delle Truppe Alpine si sono dimostrati un importante momento di verifica del livello di addestramento raggiunto, senza sottovalutare l’importanza del confronto con reparti stranieri simili che operano in un ambiente difficile come quello montano.

Le due esercitazioni hanno evidenziato l’importanza dell’addestramento continuo e congiunto in modo tale da affinare le procedure e consentire una integrazione sempre più profonda tra reparti ed agenzie.

Sono emerse in maniera decisa la professionalità e le capacità peculiari delle Truppe Alpine e di tutto il personale militare e civile che ha preso parte alle esercitazioni dimostrative con particolare riguardo all’aspetto “Dual Use” della Forza Armata.

RINGRAZIAMENTI

Desidero in conclusione ringraziare il Comando Truppe Alpine per l’opportunità, il team Pubblica Informazione (Truppe Alpine e AVES) per il supporto costante.

 

Per il resoconto fotografico completo: QUI

 

Testo e immagini: Stefano